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Pratiche Addizionali

Svegliarsi

Quando ci svegliamo al mattino e apriamo gli occhi, potremmo recitare il seguente gatha.

Svegliandomi questa mattina sorrido
sapendo che ci sono 24 ore nuove di zecca davanti a me.
Faccio voto di vivere pienamente in ogni momento,
e di guardare tutti gli esseri con occhi di compassione.

Possiamo iniziare la nostra giornata con la felicità di un sorriso e l’aspirazione a dedicarci al cammino dell’amore e della comprensione. Siamo consapevoli che oggi è un giorno nuovo e fresco, e che abbiamo 24 preziose ore da vivere.

Cerchiamo di alzarci dal letto subito dopo aver fatto tre respiri profondi per portarci nella consapevolezza. Non ritardiamo il nostro risveglio. Possiamo sederci e massaggiare delicatamente la testa, il collo, le spalle e le braccia per far circolare il sangue. Possiamo fare un po’ di stretching per sciogliere le nostre articolazioni e svegliare il nostro corpo. Anche bere una tazza di acqua calda fa bene al nostro organismo per prima cosa al mattino.

Laviamoci o facciamo ciò di cui abbiamo bisogno prima di dirigerci verso la sala di meditazione. Concediamoci abbastanza tempo per non avere fretta. Godetevi il cielo scuro del mattino. Molte stelle scintillano e ci salutano. Fai dei respiri profondi e goditi l’aria fresca. Mentre camminiamo lentamente verso la sala, lasciamo che il mattino riempia il nostro essere, risvegliando il nostro corpo e la nostra mente alla gioia di un nuovo giorno.

Meditazione dell’Abbraccio

Quando ci abbracciamo, i nostri cuori si connettono e sappiamo che non siamo esseri separati. Abbracciare con consapevolezza e concentrazione può portare riconciliazione, guarigione, comprensione e molta felicità. La pratica dell’abbraccio consapevole ha aiutato molti a riconciliarsi tra loro, padri e figli, madri e figlie, amici e amiche, e molti altri.

Possiamo praticare la meditazione dell’abbraccio con un amico, nostra figlia, nostro padre, il nostro partner, o anche con un albero. Per praticare, prima ci inchiniamo e riconosciamo la presenza dell’altro. Poi, possiamo assaporare tre respiri profondi e coscienti per riportarci completamente nel momento presente. Poi possiamo aprire le braccia e iniziare ad abbracciarci. Tenendoci l’un l’altro per tre respirazioni. Con il primo respiro, siamo consapevoli che siamo presenti in questo momento e siamo felici. Con il secondo respiro, siamo consapevoli che l’altro è presente in questo momento e siamo altrettanto felici. Con il terzo respiro, siamo consapevoli che siamo qui insieme, proprio ora su questa terra, e sentiamo profonda gratitudine e felicità per la nostra vicinanza. Poi possiamo rilasciare l’altra persona e inchinarci l’uno all’altro per mostrare i nostri ringraziamenti.

Quando ci abbracciamo in questo modo, l’altra persona diventa reale e più viva. Non c’è bisogno di aspettare che uno di noi si prepari a partire per un viaggio, possiamo abbracciarci proprio ora e ricevere il calore e la stabilità del nostro/a amico/a nel momento presente. L’abbraccio può essere una pratica profonda di riconciliazione. Durante l’abbraccio silenzioso, il messaggio può emergere molto chiaramente: “Caro/a, tu sei prezioso/a per me. Mi dispiace di non essere stato attento e premuroso. Ho commesso degli errori. Permettimi di ricominciare da capo. Te lo prometto”.

Meditazione del The

La meditazione del tè è un momento per stare con il Sangha in un’atmosfera gioiosa e serena. È sufficiente godersi il tè insieme. È come un’occasione di celebrare “buone notizie”, condividendo la gioia e felicità nello stare insieme.

A volte, quando stiamo bevendo il tè con un amico, non siamo consapevoli del tè e nemmeno del nostro amico seduto lì. Praticare la meditazione del tè significa essere veramente presenti con il nostro tè e i nostri cari. Riconosciamo che possiamo dimorare felicemente nel momento presente nonostante tutti i nostri dispiaceri e preoccupazioni. Ci sediamo rilassati senza dover dire nulla. Se ci piace, possiamo anche condividere una canzone, una storia o una danza.

Potete portare uno strumento musicale o preparare qualcosa in anticipo. È un’opportunità per noi di innaffiare i semi di felicità e gioia, di comprensione e amore in ognuno di noi.

Vivere Insieme

Lo stare insieme è una pratica. Al centro di pratica abbiamo un’opportunità unica di vivere a stretto contatto con amici provenienti da molti paesi e culture diverse. Insieme formiamo un unico corpo del Sangha, connesso dalla pratica della consapevolezza. Con la nostra energia collettiva del calmare e del guardare in profondità, è possibile per noi sostenerci a vicenda sul cammino della trasformazione. Questo richiede cooperazione, competenza e accettazione. Per vivere tra di noi, dobbiamo coltivare la comprensione, la comunicazione e un cuore disponibile. Prendiamoci il tempo per conoscere le persone che ci circondano. Abbiamo trascurato i nostri prossimi per troppo tempo.

Condividendo la nostra vita quotidiana possiamo incoraggiarci a vicenda con la nostra pratica e costruire insieme diligenza e solidità. Condividere una stanza con altri è un’opportunità per sviluppare comprensione e compassione per noi stessi e per coloro con cui viviamo. Essendo consapevoli delle persone con cui condividiamo la stanza, possiamo identificare e apprezzare le loro qualità positive, creando un’atmosfera di armonia. Sappiamo che quando l’altra persona è felice, anche noi siamo felici.

Possiamo mostrare il nostro rispetto ai nostri compagni di stanza e allo spazio che condividiamo aiutando a tenerlo ordinato e pulito. Cerchiamo di essere rispettosi dei nostri coinquilini. Per esempio, potremmo chiedere prima di aprire una finestra, accendere un incenso o la luce, per essere sicuri di non dare fastidio ai nostri vicini. In questo modo possiamo creare un ambiente favorevole per praticare la gentilezza amorevole attraverso le nostre parole, pensieri e azioni.

Il dono più grande che possiamo offrire ai nostri colleghi praticanti è la nostra pratica di consapevolezza. Il nostro sorriso e la nostra respirazione consapevole comunicano che stiamo facendo del nostro meglio per trovare la pace dentro di noi e speriamo di contribuire anche alla pace nella comunità. Dovremmo ricordarci che mantenere una comunicazione fluida significa favorire anche la nostra felicità.

La Campana della Consapevolezza

Al tuo arrivo potresti sentire il suono di una campana e improvvisamente vedere tutte le persone intorno a te che si fermano, smettono di parlare e di muoversi. Potrebbe essere il telefono che suona o l’orologio che rintocca, o la campana del monastero che risuona. Queste sono le nostre campane della consapevolezza. Quando sentiamo il suono della campana, rilassiamo il nostro corpo e diventiamo consapevoli del nostro respiro. Lo facciamo in modo naturale, con piacere, senza solennità o rigidità.

Quando sentiamo una di queste campane della consapevolezza suonare, fermiamo tutte le nostre conversazioni e qualsiasi cosa stiamo facendo e portiamo la nostra consapevolezza al nostro respiro. La campana che suona ci ha chiamato:

Ascolta, ascolta
questo suono meraviglioso
mi riporta
alla mia vera casa.

Fermandoci a respirare e a ristabilire la nostra calma e la nostra pace, diventiamo liberi, il nostro lavoro diventa più piacevole e la persona che abbiamo davanti diventa più vera. A casa, possiamo usare il suono del nostro telefono, le campane della chiesa vicina, il pianto di un bambino, o anche il suono dei pompieri e delle ambulanze come campane della consapevolezza. Con solo tre respiri coscienti possiamo rilasciare le tensioni nel nostro corpo e nella nostra mente e tornare a uno stato fresco e chiaro.

La Condivisione del Dharma

La condivisione del Dharma è un’opportunità per beneficiare delle intuizioni e delle esperienze reciproche nella pratica. È un momento speciale per condividere le nostre esperienze, gioie, difficoltà e domande relative alla pratica della consapevolezza. Praticando l’ascolto profondo mentre gli altri parlano, aiutiamo a creare un ambiente calmo e ricettivo. Imparando a parlare della nostra felicità e delle nostre difficoltà nella pratica, contribuiamo all’intuizione e alla comprensione collettiva del Sangha.

Per favore, basiamo la nostra condivisione sulla nostra esperienza della pratica piuttosto che su idee astratte e argomenti teorici. In questo modo, scopriremo che molti di noi condividono difficoltà e aspirazioni simili. Seduti, ascoltando e condividendo insieme, riconosciamo una profonda connessione tra di noi.

Si prega di ricordare che qualsiasi cosa venga condivisa durante una condivisione del Dharma è confidenziale. Se qualcuno condivide una difficoltà che sta affrontando, rispetta il fatto che lui o lei potrebbe non desiderare di parlarne individualmente al di fuori dello spazio di condivisione del Dharma.

Nobile Silenzio

Si osserva un periodo di profondo silenzio a partire dalla fine della meditazione seduta serale fino a dopo la colazione del mattino seguente. Questa pratica è molto curativa. Permettiamo al silenzio e alla calma di penetrare nella nostra pelle e nelle nostre ossa. Permettiamo all’energia del Sangha e alla sua consapevolezza di penetrare nel nostro corpo e mente. Torniamo alle nostre tende o dormitori lentamente, consapevoli di ogni passo. Respiriamo profondamente e ci godiamo la quiete e la freschezza. Non parliamo con la persona che cammina al nostro fianco; anche lei o lui ha bisogno del nostro supporto. Possiamo rimanere in solitudine con gli alberi e le stelle per una decina di minuti, poi rientrare per andare in bagno, cambiarci e andare subito a letto.

Sdraiati sulla schiena, possiamo praticare il Rilassamento Profondo fino a quando arriva il sonno. Al mattino, ci muoviamo con attenzione e in silenzio, prendendoci del tempo per respirare, per andare in bagno e poi procedendo subito verso la sala di meditazione. Non dobbiamo aspettare nessuno. Quando vediamo qualcuno lungo il sentiero, uniamo semplicemente i nostri palmi e ci inchiniamo, permettendogli di godersi la mattina come facciamo noi.

Abbiamo bisogno che tutti partecipino perché la pratica sia profonda e gioiosa. Questa è la pratica che facciamo ogni giorno, tranne nelle notti pigre e nei giorni di festa come la celebrazione della luna piena. Grazie per la vostra pratica gioiosa.

Ricominciare da Capo

Fratello Bao Tang ci spiega la pratica del Ricominciare da Capo (seleziona i sottotitoli in Italiano)

Ricominciare da capo significa esaminare profondamente e onestamente noi stessi, le nostre azioni, discorsi e pensieri passati e creare un nuovo inizio in noi stessi e nelle nostre relazioni con gli altri. Al centro di pratica pratichiamo il Ricominciare da capo come comunità ogni due settimane e individualmente tutte le volte che vogliamo.

Pratichiamo il Ricominciare da Capo per liberare la nostra mente e mantenere fresca la nostra pratica. Quando sorge una difficoltà nelle nostre relazioni con gli altri praticanti e uno di noi prova risentimento o dolore, sappiamo che è il momento di Ricominciare da Capo. Quella che segue è una descrizione del processo in quattro parti così come viene usato in un contesto formale. Ogni partecipante parla e non viene interrotta durante il suo turno. Gli altri praticanti praticano l’ascolto profondo e seguono il loro respiro.

Annaffiare i Fiori

Questa è un’occasione per condividere il nostro apprezzamento per l’altra persona. Possiamo ricordare casi specifici in cui l’altra persona ha detto o fatto qualcosa che abbiamo apprezzato. Questa è un’opportunità per mettere in evidenza i punti di forza e i contributi dell’altro al Sangha, e per incoraggiare la crescita delle sue qualità positive.

Condividere i Rimpianti

Possiamo parlare di qualsiasi mancanza di abilità nelle nostre azioni, parole o pensieri di cui non abbiamo ancora avuto l’opportunità di scusarci.

Esprimere la Sofferenza

Possiamo condividere il modo in cui ci siamo sentiti feriti da un’interazione con un altro praticante, a causa delle sue azioni, parole o pensieri. (Per esprimere una sofferenza dovremmo prima annaffiare il fiore dell’altra persona, condividendo due qualità positive che abbiamo veramente osservato in lui o in lei. Esprimere una sofferenza è spesso eseguito a tu per tu con un altro praticante piuttosto che in un contesto di gruppo. Se volete, potete chiedere la presenza di una terza persona di cui entrambi vi fidate e che rispettate).

Condividere una difficoltà a lungo termine e chiedere supporto

A volte ciascuno di noi ha difficoltà e dolori che provengono dal nostro passato e che riaffiorano nel presente. Quando condividiamo una difficoltà che stiamo affrontando, offriamo la possibilità alle persone che ci circondano di capirci meglio e di offrirci il sostegno di cui abbiamo veramente bisogno.

La pratica del Ricominciare da Capo ci aiuta a migliorare il nostro linguaggio gentile e l’ascolto compassionevole. Ricominciare è una pratica di riconoscimento e apprezzamento degli elementi positivi all’interno del nostro Sangha. Per esempio, possiamo notare come la nostra compagna di stanza è generosa nel condividere le sue intuizioni, o come un altro amico è premuroso nei confronti delle piante.

Riconoscere i tratti positivi degli altri ci permette di riconoscere anche le nostre qualità positive. Insieme a questi tratti benefici, ognuno di noi ha delle aree di debolezza, come il parlare con rabbia o l’essere bloccati nelle nostre percezioni erronee. Quando pratichiamo “innaffiare i fiori” sosteniamo lo sviluppo di qualità positive negli altri e allo stesso tempo aiutiamo a ridurre le difficoltà. Come in un giardino, quando “innaffiamo i fiori” di amorevole gentilezza e compassione nell’altro, togliamo anche energia alle erbacce di rabbia, gelosia e percezione errata.

Possiamo praticare il Ricominciare da Capo ogni giorno, esprimendo il nostro apprezzamento per i nostri amici praticanti, e scusandoci subito quando facciamo o diciamo qualcosa che li ferisce. Possiamo anche far sapere educatamente agli altri quando siamo stati feriti. La salute e la felicità dell’intera comunità dipendono dall’armonia, dalla pace e dalla gioia che esiste tra ogni membro del Sangha.

Giornata Pigra

Una giornata pigra è un giorno in cui possiamo essere veramente presenti nella giornata, senza alcuna attività programmata. Lasciamo semplicemente che la giornata si svolga in modo naturale, senza tempo. È un giorno in cui possiamo praticare come vogliamo. Possiamo fare meditazione camminata da soli o con un amico, o fare meditazione seduti nella foresta. Potremmo leggere in tranquillità, o scrivere a casa alla nostra famiglia o a un amico.

Può essere un giorno in cui guardare più a fondo nella nostra pratica e nelle nostre relazioni con gli altri. Possiamo imparare molto su come abbiamo praticato. Possiamo riconoscere cosa fare o non fare per portare più armonia nella nostra pratica. A volte, possiamo forzare troppo la nostra pratica, creando disarmonia dentro e intorno a noi. In questo giorno, abbiamo la possibilità di riequilibrarci. Possiamo riconoscere che abbiamo semplicemente bisogno di riposare o che dovremmo praticare più diligentemente. Un giorno pigro è un regalo per noi e per il Sangha da godersi, con il nostro tempo e spazio. È un giorno molto sereno per tutti.

Le Poesie-Gatha

Le gatha sono brevi versi che ci aiutano a praticare la consapevolezza nelle nostre attività quotidiane. Una gatha può aprire e approfondire la nostra esperienza di azioni semplici che spesso consideriamo scontate. Quando concentriamo la nostra mente su una gatha, torniamo a noi stessi e diventiamo più consapevoli di ogni azione. Quando la gatha finisce, continuiamo la nostra attività con una maggiore consapevolezza.

Quando apriamo il rubinetto dell’acqua possiamo contemplare profondamente e accorgerci di quanto sia preziosa l’acqua. Ci ricordiamo di non sprecare una sola goccia perché ci sono così tante persone nel mondo che non hanno abbastanza da bere. Mentre ci laviamo i denti possiamo fare il voto di usare il linguaggio amorevole. Prima di accendere il motore della nostra auto, possiamo prepararci per un viaggio sicuro recitando il gatha per l’avvio del motore:

Prima di avviare la macchina
So dove sto andando.
Io e la macchina siamo una cosa sola,
se la macchina va veloce, anche io vado veloce.

La gatha unifica la nostra mente e il nostro corpo. Con una mente calma e chiara, pienamente consapevole delle attività del nostro corpo, abbiamo meno probabilità di avere un incidente.  Le gatha sono un nutrimento per la nostra mente, ci danno pace, calma e gioia da condividere con gli altri. Ci aiutano a mantenere la pratica ininterrotta della meditazione in ogni parte della giornata. Ci sono molte gatha disponibili nel nostro Libro dei Canti e Cerimonie, e nel libro “Momento Presente, Momento Meraviglioso”.

The Body as a Practice

Taking care of our body is an important practice. We need our body to be healthy in order for us to practice. Mindful Movements and Deep Relaxation can support our health and happiness in the practice, and keep us in touch with our body.

Each day we practice the 10 Mindful Movements, which is an opportunity for us to unite our mind and body. We enjoy opening our body, stretching up to the sky and releasing down to touch the ground. We do every exercise with the awareness of our breathing and of our action. We find a sense of balance and flexibility in our own body and mind. We practice in a relaxed way, not straining to gain anything.

Practicing Deep Relaxation as a community, led by an experienced practitioner, creates a wonderful energy of peace and harmony. It is a practice of totally letting go and returning back to take care of our body and mind. We use the breath as our anchor to help us. Our breath is also like a wave, gently rocking us into a deep peace. In this state of rest, our body and mind can release their burdens. A lot of healing happens just by letting go and sinking into this state of total relaxation. After practicing Deep Relaxation, led by a sister or brother in the practice, we may use these techniques anytime we need to rest.

Practising Mindful Movements and Deep Relaxation allows us to listen deeply to our bodies. We learn to be gentle with ourselves and to give ourselves space to understand and to grow. Practising in this way, our body becomes our friend and not a burden on our practice. Compassion towards ourselves will penetrate into our interactions with others. How we walk, move, sit, stand, and hold our body are reflections of our states of mind. When we move with ease others around us will also feel light and relaxed in our presence.

Service Meditation

To participate in service meditation can be a great happiness. It is an opportunity to engage in the maintenance and care of our practice center while enjoying our practice of mindfulness. When we wash the cars, or turn the compost piles or chop wood we stay mindful of our breathing and the activity that we are doing. We speak only when necessary and about the work at hand. We can maintain a light and easy feeling as we work. An environment that is quiet can make the work more pleasant and enjoyable.
When we work in the garden we get in touch with the plants and nourish our connection to the earth we are living on. Sweeping and mopping the meditation halls we see that we are already practicing to calm our mind and body. Please, do not be in too great of a hurry to get the job done. Our most important contribution to the Sangha is to maintain our practice of mindfulness.

Service Meditation links us to our everyday life, both here and when we return home. As we are working at our computer or preparing dinner for our family or teaching a class, we can practice stopping, calming and refreshing ourselves with our conscious breathing. We can relax and smile at our co-workers and pace ourselves to maintain a light and serene state of being.

Solitude

Although in our daily lives we are constantly with the Sangha, we are also in solitude. Solitude is not about being alone high up in the mountains, or in a hut deep in the forest, it is not about hiding ourselves away from civilization. Real solitude comes from a stable heart that does not get carried away by the crowd nor by our sorrows about the past, our worries about the future, and our excitement about the present. We do not lose ourselves; we do not lose our mindfulness. Taking refuge in our mindful breathing, coming back to the present moment is to take refuge in the beautiful, serene island within each of us.

We participate together with the Sangha for sitting meditation, walking, meals, working, but always we are within our own island as well. We can enjoy being together with our brothers and sisters, but we are not caught and lost within emotions and perceptions. Instead we see that the Sangha is our support. When we see a sister move in mindfulness, speak with love, and enjoys her work, she is our reminder to return to our own source of mindfulness. Returning to mindfulness is to return to solitude.

When we enjoy our time with the people and friends around us and we don’t feel lost in our interactions with others, then even in the midst of society, we can smile and breathe in peace, dwelling in the island of ourselves.

Touching The Earth

The practice of “Touching the Earth,” also known as bowing deeply or prostrating, helps us return to the Earth and to our roots, and to recognize that we are not alone but connected to a whole stream of spiritual and blood ancestors. We touch the Earth to let go of the idea that we are separate and to remind us that we are the Earth and part of Life.

To begin this practice, join your palms in front of your chest in the shape of a lotus bud. Then gently lower yourself to the ground so that all four limbs and your forehead are resting comfortably on the floor. While touching the Earth, turn your palms face up, showing your openness to the Three Jewels — the Buddha, Dharma, and Sangha. When we touch the Earth, we breathe in all the strength and stability of the Earth, and breathe out our suffering – our feelings of anger, hatred, fear, inadequacy and grief.  This is a wonderful practice.

You can followed these guided texts in your practice:

THE THREE EARTH TOUCHINGS

THE FIVE EARTH TOUCHINGS

TOUCHING THE EARTH TO MOTHER EARTH

Taking Refuge

When we recite the Five Mindfulness Trainings or chant the sutras, we practice taking refuge in the three jewels. We practice Touching the Earth to also show our gratitude to the Buddha, the Dharma and the Sangha. Taking refuge is the recognition and the determination to head towards what is most beautiful, truthful, and good. Taking refuge is also the awareness that one has the capacity to understand and love.

The Buddha is the one who shows us the way in this life. The Buddha is the historical person who lived 2600 years ago and all of our ancestral teachers who connect us to the Buddha. The Buddha is also the awakened nature in all beings. Each element in the universe that is showing us the way of love and understanding, is the Buddha. The open look of a child and the ray of sunshine causing the flower to unfold her beauty also contain the awakened nature.

The Dharma is the teachings of love and understanding. The Dharma is the teachings of the historical Buddha and his descendants in the form of discourses, the commentaries and precepts that show us the path leading to peace and deep insight, love and understanding. The Dharma is all the elements in our world and in our consciousness that guide us on the path of liberation. The living Dharma is contained in every corner of the universe. The floating cloud is silently preaching about freedom and the falling leaf is giving us a dharma talk on the practice of letting go. Every time you breathe mindfully, walk mindfully or look at another person with the eye of understanding and compassion, you are giving a silent dharma talk.

The Sangha is the community that lives in harmony and awareness. Your teachers, your friends and yourself are all elements of your Sangha. A path in the forest might be a member of your Sangha as well, supporting you on the path of transformation. You can share your joys and your difficulties with your Sangha. You can let go and relax into the warmth and strength of your Sangha. The Sangha is a river, flowing and bending with flexibility, responding to the environment in which it is situated. Taking refuge in the Sangha, we join in the stream of life, flowing and becoming one with all of our sisters and brothers in the practice. In the setting of a Sangha, you find the practice easier and much more enjoyable.

Sangha Body

Everyone who comes to practice is a member of the sangha. Even if we come to Plum Village for only one week, our presence and our practice can contribute to the vitality and harmony of the sangha.

In society, much of our suffering comes from feeling disconnected from one another. We often don’t feel a real connection even with people we live close to, such as our neighbors, our co-workers and even our family members. Each person lives separately, cut off from the support of the community. Being with the Sangha can heal these feelings of isolation and separation. We practice together, share a room together, eat side by side and clean pots together. Just by participating with other practitioners in the daily activities, we can experience a tangible feeling of love and acceptance.

Thay often says that the sangha is a garden, full of many varieties of trees and flowers. When we can look at ourselves and at others as beautiful, unique flowers and trees we can truly grow to understand and love one another. One flower may bloom early in the spring and another flower may bloom in late summer. One tree may bear many fruits and another tree may offer cool shade. No one plant is greater, or lesser, or the same as any other plant in the garden. Each member of the sangha also has unique gifts to offer to the community. We each have areas that need attention as well. When we can appreciate each member’s contribution and see our weaknesses as potential for growth we can learn to live together harmoniously. Our practice is to see that we are a flower or a tree, and we are the whole garden as well, all interconnected.

Sangha Building

Building a Sangha is like planting a sunflower. We need to be aware of which conditions will support the flower’s growth and which conditions will obstruct its growth. We need healthy seeds, skilled gardeners, and plenty of sunshine and room to grow. When we engage in Sangha building, the most important thing to remember is that we are doing it together. The more we embrace the Sangha, the more we can let go of the feeling of a separate self. We can relax into the collective wisdom and insights of the Sangha. We can see clearly that the Sangha eyes and hands and heart are greater than that of any individual member of the Sangha.

We have the opportunity to help build our Sangha in every moment, by participating in activities of the Sangha and contributing our energy and insights. To sustain our own practice when we leave the practice center, we need to know how to build a Sangha. Let us be active in establishing connections with those around us. When we realize our true nature of interbeing, we naturally seek to connect with others by sharing our practice and seeking the support and guidance of our fellow practitioners.

Thay instructs us to be energetic in the practice of mindfulness. The past is finished and the future is uncertain, only in the present can we discover the miracle of life. Living in this spirit, we are already valuable members of our Sangha. We will know how to engage in the continuous process of building a refuge for many beings.

Thay encourages us all to be Sangha builders, following the footsteps of the Awakened One, who was a great Sangha builder. When we are able to live and practice in harmony in a small community, we can then share this harmony with the larger Sangha, our family and friends, our co-workers, and our co-practitioners. When there is joy in the practice of Sangha building, then we know that we doing it correctly.

Taking Care of Anger

Thay often compares our anger to a small child, crying out to his mother. When the child cries the mother takes him gently in her arms and listens and observes carefully to find out what is wrong. The loving action of holding her child with her tenderness, already soothes the baby’s suffering. Likewise, we can take our anger in our loving arms and right away we will feel a relief. We don’t need to reject our anger. It is a part of us that needs our love and deep listening just as a baby does.

After the baby has calmed down, the mother can feel if the baby has a fever or needs a change of diaper. When we feel calm and cool, we too can look deeply at our anger and see clearly the conditions allowing our anger to rise.

When we feel angry it is best to refrain from saying or doing anything. We may like to withdraw our attention from the person or situation, which is watering the seed of anger in us. We should take this time to come back to ourselves. We can practice conscious breathing and outdoor walking meditation to calm and refresh our mind and body. After we feel calmer and more relaxed we can begin to look deeply at ourselves and at the person and situation causing anger to arise in us. Often, when we have a difficulty with a particular person, he or she may have a characteristic that reflects a weakness of our own which is difficult to accept. As we grow to love and accept ourselves this will naturally spread to those around us.

To Bow Or Not To Bow

Thay has often said to his students, “To bow or not to bow is not the question. The important thing is to be mindful.” When we greet someone with a bow, we have the chance to be present with that person and with the nature of awake-ness, of Buddhahood, within us and within the other person. We do not bow just to be polite or diplomatic, but to recognize the miracle of being alive.

Going Home

There is no coming and no going, for we are always with you and you, with us. When we go home and we remember to return to our breathing, we will know that the friends at Plum Village and our Sangha Body all over the world are breathing too. Any time we like, we can take refuge in the practices of conscious breathing, mindful eating, loving speech, and many other wonderful practices. When we do, we will feel very connected and not alone. We become as large as the Sangha Body.

Let us continue our practice as we return to our homes, our families and society. As we have learned to live in harmony with the Sangha in Plum Village, we can also cultivate harmony in our families and in society. As we have learned to understand and appreciate our friends in the practice, we can also learn to understand and appreciate our co-workers and our neighbors. We can practice loving speech with strangers on the city bus, just as we do with the sisters and brothers at Plum Village. Mindfulness practice is everywhere we go.

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What is Mindfulness

Thich Nhat Hanh January 15, 2020

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