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Bat Nha: l’indistruttibile seme del risveglio

Fragrant Source Inner Monastery

Ultimi giorni del 2009

Ai miei figli del monastero Bat Nha,

So che in questi giorni dovete disperdervi in molti luoghi, che non è più possibile per voi vivere insieme e praticare come comunità monastica, ma confido che la mia lettera vi giunga lo stesso.

Sala di Meditazione Still Water in Upper Hamlet

Domenica 20 dicembre 2009, i fratelli e le sorelle dei quattro monasteri di Plum Village si sono riuniti per una Giornata di Consapevolezza. Negli ultimi sei mesi abbiamo dovuto organizzare le giornate di consapevolezza davanti al Tempio Dharma Cloud ad Upper Hamlet perché la sala di meditazione era in costruzione. Domenica scorsa, la sala di meditazione Still Water è stata completata, e quindi questa era la prima volta che la comunità poteva utilizzare la nuova sala di meditazione. La nuova sala di meditazione è molto grande e bella, molto più grande e più bella della precedente.

I monaci e i laici di Upper Hamlet hanno lavorato insieme per progettare e costruire questa nuova sala. Hanno lavorato come un Sangha, e per questi sei mesi hanno avuto l’opportunità di coltivare ed accrescere la loro fratellanza. Guardando la sala di meditazione, tutti voi potete vedere il Sangha e questa fratellanza. Ogni tegola del tetto, ogni piastrella del pavimento, ogni finestra ci ricorda le risate, i visi, le mani e le gocce di sudore di ciascun membro della comunità. I fratelli del Tempio Foot of the Mountain, come pure le sorelle del New Hamlet e del Lower Hamlet, sono venuti anche loro a dare il loro contributo ogni tanto, passando la giornata a lavorare insieme agli altri. La sala di meditazione è bella, ma se guardandola non vediamo la fratellanza e sorellanza del Sangha, vuol dire che ancora non possiamo vedere la vera bellezza della sala di meditazione.

Il tema del nostro ritiro invernale di quest’anno è “l’Arte della felicità”, e il Sangha ha appena finito di studiare il Discorso sulla Felicità, il Discorso di Sakyamuni, e la gatha di trasmissione del lignaggio del Dharma di Lieu Quan. La comunità pratica molto diligentemente il quinto mantra, “questo è un momento felice”, riconoscendo i molti momenti felici offerti dal vivere e praticare insieme. La settimana monastica organizzata al Fragrant Stream Hermitage porta molto nutrimento e felicità al Sangha.

Tutti sono d’accordo che, se ci ricordiamo di praticarlo, il quinto mantra sarà immediatamente efficace. Abbiamo solo bisogno di tornare al momento presente, per vedere che (nonostante tutto) siamo comunque più fortunati (di molte altre persone), quindi possiamo sorridere e dire ad alta voce: “Questo è un momento felice”, in modo che anche chi ci circonda possa tornare al momento presente ed essere nutrito dalla nostra stessa felicità.

Sorgente di felicità

Figli miei, Thay spera che ovunque voi siate, possiate ascoltare i discorsi di Dharma e la pratica secondo le istruzioni date nel corso di questo ritiro invernale. Voi avete bisogno di essere nutriti dalla felicità che viene dalla pratica del Dharma, così che possiate superare questo momento difficile per il Sangha di Bat-Nha. Io ho grande fiducia e fede in voi. Siete cresciuti velocemente, per via dei difficili eventi dell’ultimo anno, e sono molto soddisfatto perché non avete avuto comportamenti violenti, ma siete stati amorevoli e armoniosi, sia nel Tempio Bat Nha che nel Tempio Phuoc Hue. La storia ne è testimone: con i vostri amorevoli e armoniosi comportamenti, avete piantato e innaffiato il seme della fede, della comprensione e dell’amore nei cuori di molte persone, comprese quelle che sono state chiamate a molestarci e opprimerci. Questo è il nostro più grande successo, ed è più grande di qualsiasi maestoso stupa o del progetto di qualunque tempio. Il diciotto di dicembre, Fratello Trung Hai, sorella Giac Nghiem e alcuni fratelli e sorelle, in rappresentanza del Sangha di Bat Nha si sono recati all’Eliseo per consegnare una lettera al presidente francese Nicolas Sarkozy, nella quale chiedono che 400 membri monastici del Sangha di Bat Nha possano temporaneamente risiedere in Francia, al fine di continuare a praticare come comunità, fino a quando il governo vietnamita aprirà il proprio cuore per consentire al Sangha di Bat Nha di farlo nella nostra patria. Di fatto, secondo le leggi attualmente vigenti, abbiamo il diritto di vivere e praticare ovunque nel paese, ma non è chiaro perché non possiamo beneficiare di tali diritti, visto che non abbiamo violato alcuna legge, e che desideriamo solo praticare e guidare gli altri a praticare, come previsto dalle leggi del paese e dalla tradizione Buddhista. L’opinione pubblica sia nazionale sia internazionale, tra i buddhisti come pure tra i non-buddhisti, è chiaramente in nostro favore. Pertanto, non credo che i miei figli saranno costretti a sopportare per molto tempo queste difficoltà.

Molti amici hanno capito la necessità essenziale di praticare come Sangha, e così hanno accolto con dispiacere la notizia che avremmo dovuto disperderci, e che ciascuno di noi doveva andarsene per conto suo e praticare da solo. La tradizione Buddhista in generale, e nello specifico la tradizione di Plum Village, non sono propense ad accettare questa imposizione. Quando un monaco lascia la sua comunità, la sua vita spirituale è morta, proprio come una tigre che lascia la sua montagna viene uccisa. Questa affermazione è saggezza antica: ‘Se si pratica senza una comunità, la pratica appassirà e svanirà, come la tigre che lasciando il suo regno nella foresta di montagna va nella pianura, gli umani la uccideranno e prenderanno la sua pelliccia”. La nostra tradizione è quella di fluire come un fiume. Non possiamo essere come la goccia d’acqua. Una goccia d’acqua, se viaggia da sola sulla via del ritorno verso l’oceano, evapora a metà strada e non raggiungerà mai l’oceano. Chi di noi non conosce la canzone “Facciamo voto di essere il fiume, e non semplici gocce d’acqua”, scritta da Sorella Hoa Nghiem? La dispersione del Sangha, perciò, è la prova più dura per i praticanti spirituali. I praticanti spirituali dovrebbero sempre rifugiarsi nel Gioiello del Sangha. Il Sangha è la comunità dei praticanti. Costruire un Sangha porta numerosi meriti e molta felicità, e distruggere un Sangha porta molte disgrazie e sventure. Io temo per coloro che hanno l’intenzione malsana di distruggere l’armonia del Sangha. Questa è la violazione più grande tra tutte le violazioni. Se il Presidente della Francia permette al Sangha di risiedere in Francia, egli otterrà molti meriti e tanta felicità, non è così, figli miei? Anche se si tratta solo di un soggiorno temporaneo.

Ognuno di noi ha tre corpi: il corpo del Buddha, il corpo del Dharma, e il corpo del Sangha. Il corpo del Buddha in noi è ancora immaturo e debole, quindi deve essere nutrito dalla nostra pratica quotidiana. Rappresenta il seme della saggezza, della compassione e della gentilezza amorevole in noi. È la nostra natura di Buddha. Il corpo del Dharma è la nostra diligente pratica quotidiana, che ha il potere e la capacità di nutrire e rafforzare il nostro corpo del Buddha. Il corpo del Sangha è la comunità in cui abbiamo preso rifugio vivendo insieme per praticare. La nostra comunità è il nostro corpo. Se la comunità si disperde, allora il corpo del Sangha non esiste più. Il corpo del Sangha è l’ambiente che protegge, nutre e diffonde la luce su di noi. Dobbiamo rifugiarci nel corpo del Sangha: dobbiamo vedere che il corpo del Sangha è il nostro corpo e che tutto ciò che accade al corpo del Sangha sta succedendo a noi. Pertanto, un praticante monaco fa il voto di rifugiarsi nel Sangha e non lascia mai il Sangha, come la tigre non lascia mai la sua foresta e la sua montagna. Sapendo che perdere il Sangha è un serio problema, voi avete fatto del vostro meglio per praticare la non violenza, al fine di proteggere il Sangha, così che il Sangha non si disgreghi. Le persone che hanno in mano il potere devono capirlo, e se ancora non lo capiscono, noi dobbiamo trovare il modo per aiutarle a capire. La non-violenza è stato il metodo usato dal Buddha quando il suo Sangha sul Picco dell’Avvoltoio fu discriminato e oppresso dal re Ajātashatru. Il re Ajātashatru cercò intenzionalmente di dividere il Sangha e distruggerne l’armonia. Successivamente, soffrì di una malattia mentale che alla fine lo portò a recarsi dal Buddha per chiedere la guarigione. Questo voi lo avete imparato leggendo Vita di Siddharta il Buddha.

Anche il Mahatma Gandhi ha fatto ricorso alla non violenza per combattere per l’indipendenza dell’India. Ha detto: «La resistenza passiva, vale a dire la forza dell’anima, è ineguagliabile. È superiore anche alla forza delle armi. Non è l’arma dei deboli». Gandhi ha pronunciato questa indimenticabile dichiarazione il 29 Aprile del 1933. Ha anche aggiunto che per riuscire nel proprio servizio al paese, un praticante non-violento deve essere determinato a seguire i precetti. «Il rispetto di una condotta etica ci consente di dominare la mente e le passioni. Così facendo, arriviamo a conoscere noi stessi». Gandhi ha anche condiviso la sua esperienza di pratica e di lotta in termini molto concreti: «Grazie alla mia lunga esperienza, credo di poter dire che coloro che vogliono diventare resistenti passivi, al servizio del paese, devono osservare una perfetta castità, adottare la povertà, seguire la verità e coltivare il coraggio».

Per l’intera durata della sua lotta per l’indipendenza dell’India, il Mahatma Gandhi ha vissuto in questo spirito. Mangiava cibo vegetariano, dormiva per terra, e osservava la castità, proprio uno stile di vita come quello di un praticante monastico. La persone che partecipavano a quel movimento avevano una grande fede nel loro sentiero e impararono a vivere seguendo quella vita ascetica e di purificazione. Il movimento di lotta fu chiamato Satyagraha, che significa “Sostenere la verità”. Significa liberare la mente, non usando metodi che siano contrari all’etica, sempre nel rispetto della verità. Gli avversari possono ingannarci, mentire, rimangiarsi le parole, ricorrere a metodi illegali, ma l’essenza e il fondamento di tutti i comportamenti e delle azioni dei resistenti passivi devono sempre essere la moralità e la verità. La non-violenza non è solo una forma esteriore, ma è il contenuto essenziale dell’ideale interiore. Dobbiamo coltivare la compassione, la gentilezza amorevole, la bontà, e non l’odio, e dobbiamo avere la capacità di sopportare la violenza senza combatterla con le stesse armi, come ne I quattro modi di affrontare determinate situazioni con cui il Buddha indicò ai monaci [bhikshu] e alle monache [bhikshuni] che avevano ricevuto la piena ordinazione di praticare e di recitare ogni due settimane:

  1. Un bhikshu/bhikshuni che è stato insultato/a, non deve insultare l’altro a sua volta.
  2. Un bhikshu/bhikshuni con cui qualcuno è in collera, non deve essere in collera con l’altro a sua volta.
  3. Un bhikshu/bhikshuni che è stato sminuito/a, non deve a sua volta sminuire l’altro.
  4. Un bhikshu/bhikshuni che viene colpito/a, non deve a sua volta colpire l’altro.
Freedom Wherever We Go

Voi siete stati abili nell’applicare questi quattro modi di affrontare determinate situazioni nei giorni in cui siete stati attaccati da facinorosi. Questo vi ha permesso di entrare in connessione con tante persone, risvegliarle e aiutarle a trasformarsi. I Fratelli Pháp Hoi, Pháp Sy e Pháp Tu sono stati trascinati, immobilizzati, imbavagliati e scaraventati in un’auto come se fossero stati dei sacchi di spazzatura. I loro volti erano coperti di lividi, il collo e le spalle sanguinanti. Fratello Pháp Vinh è stato preso a calci e il suo corpo fatto rotolare giù per le scale: per fortuna non si è spezzato le gambe. Fratello Dong Tinh ed il giovane aspirante Binh Minh (ora novizio nella famiglia Pink Lotus) sono stati picchiati fino a svenire, ma non hanno mai restituito i colpi. Qualche facinoroso si è tagliato le mani con i vetri rotti mentre distruggeva la proprietà del monastero, e le ferite sono state pulite e curate dalle monache. Molte di queste immagini sono state registrate in video, ed hanno profondamente colpito molte persone.

Chi vuole la democrazia e i diritti umani, deve sapere come lottare per averli, e la lotta può andare avanti per molti secoli. Siamo monaci praticanti, quindi non partecipiamo ai movimenti di lotta politica, ma operiamo solo negli ambiti della cultura e dell’etica. Ai suoi tempi, Siddharta [il giovane principe che poi divenne il Buddha] rifiutò il percorso politico e scelse il sentiero spirituale etico. Anche Siddhartha incontrò delle difficoltà. Noi pratichiamo perché possa svilupparsi una cultura salutare, un modo di vivere basato sulle qualità della moralità, della gentilezza amorevole e della compassione, e il miglior modo per esprimere il nostro impegno in questa direzione è praticare e condividere con gli altri gli insegnamenti e le pratiche. La società oggi è affetta da numerosi mali sociali: corruzione, abuso di potere, tossicodipendenza, violenza, prostituzione, famiglie divise, suicidio e relazioni sessuali sregolate. Pratichiamo e organizziamo ritiri per consentire ad altri di praticare e affrontare, prevenire ed eliminare i mali sociali, e questo è il nostro modo di amare il nostro paese e la nostra gente. Noi siamo cittadini di una nazione che è indipendente, con una Costituzione e leggi proprie, e abbiamo il diritto di portare avanti quest’opera. Nessuno può toglierci questi diritti.

Durante il primo viaggio nel nostro paese nel 2005, Thay ha visto striscioni che dicevano “città culturale”, “villaggio culturale”, “area culturale”, ecc. Io ero molto felice, perché mi sembrava una politica intelligente e tempestiva del governo. Chiedendo a tal proposito, ho appreso che quelle città e aree culturali sono state formate per affrontare i mali sociali già diffusi, come la tossicodipendenza, la prostituzione, il gioco d’azzardo, la violenza, ecc. Dopo essere stato in Vietnam per un mese, mi è stato detto che il governo non aveva avuto molto successo in quelle città e aree culturali. Questo perché erano state solo parole, non la verità. I metodi del controllo e della punizione non erano stati sufficienti ad eliminare i mali sociali, in particolare quando anche le persone che controllano e assegnano le punizioni sono essi stessi preda dei mali sociali, come la corruzione, l’abuso di potere e il tradimento. Mi sono reso conto con molta chiarezza che solo la vera formazione e la pratica etica potevano aiutare a risolvere la situazione. Voi già sapete che in ogni famiglia che pratica i Cinque Addestramenti alla Consapevolezza c’è armonia e felicità. E nessuno può costringerci a praticare questi Cinque Addestramenti se noi non abbiamo fede negli insegnamenti e nei precetti. Di conseguenza, durante il ritiro monastico presso il Tempio Radice di Tu Hieu (7-12 marzo 2005), ho proposto un modello di villaggio o città in cui il tempio giochi un ruolo di primo piano in materia di etica, dove i monaci o le monache in quel tempio osservino stabilmente i precetti e le buone maniere, organizzando ritiri per adulti, per adolescenti e bambini, così da ispirare fiducia in un cammino spirituale ed etico e incoraggiare le persone a ricevere e praticare i Cinque Addestramenti alla Consapevolezza, recarsi al tempio per recitare gli addestramenti, avere condivisioni di Dharma e riflettere sulla propria pratica, ogni due settimane. Questo non è una novità. È soltanto l’opera di ammodernamento della pratica tradizionale, e i leader, i facilitatori, devono avere una reputazione adeguata e la capacità di guidare i giovani, e le persone attive nel mondo degli affari e della politica. E se vogliamo ottenere questo risultato, dobbiamo cominciare a formare una generazione di nuovi monaci e monache. Questa è stata l’idea alla base del ritiro monastico presso il Tempio Radice di Tu Hieu, al quale hanno partecipato quasi un migliaio di giovani monaci e monache. Questi discorsi di Dharma sono stati raccolti in Creare fratellanza e sorellanza (Xay Dung Tình Huynh Dje). Nella mia mente, a quel tempo, il monastero di Bat Nha era già nato. Il monastero di Bat Nha sarebbe stato un modello per i nuovi centri di formazione per monaci e monache.

I precetti e le buone maniere non sono qualcosa che limita o riduce la libertà umana. I precetti e le buone maniere hanno la capacità di proteggere la libertà. Chi pratica, non beve alcolici e non fa uso di droga ha una libertà mille volte maggiore rispetto a un’altra persona che non pratica questi precetti, perché quando questa persona diventa preda dell’alcolismo e della dipendenza, non ha più libertà, ed è portata a violare altri precetti, a mentire, rubare, uccidere, allo scopo di ottenere i soldi per comprare droga.

Chiunque sa bene che quando non si seguono i precetti, una famiglia di 3, 4 persone ha molti problemi, che sono causa di infinite sofferenze anche per gli altri. Se i precetti e le buone maniere sono diligentemente osservate, anche in una comunità di 400 persone siamo ancora in grado di vivere insieme in armonia, fiducia e gioia. Il Sangha di Bat Nha l’ha dimostrato in modo molto potente. Altri ci hanno accusato di non aver rispettato i precetti, di avere avuto rapporti l’uno con l’altro, per avere così la possibilità di distruggerci. Hanno anche introdotto del materiale pornografico per far cadere questa accusa su di noi. È stato un comportamento infimo. Tutti sanno che se noi non avessimo rispettato i precetti e le buone maniere, tra di noi non ci sarebbe stata fiducia reciproca, non avremmo mai potuto vivere insieme, né avere una tale solidarietà e un tale amore gli uni verso gli altri come parenti consanguinei, come invece c’è.

Anche al tempo del Buddha, un gruppo di praticanti non-buddhisti accusò il Sangha del Buddha in questo modo. Mentre i monaci si recavano nella città di Śrāvastī per elemosinare cibo, quelle persone portarono il cadavere di una cantante al Monastero di Jeta, lo seppellirono e poi informarono la polizia. Diffusero la notizia che i monaci del monastero non rispettavano i loro precetti. Il re Pasenadi e il popolo della città erano molto confusi. Molti monaci non ebbero più il coraggio di uscire per elemosinare il cibo. Allora, il Buddha disse ai monaci: «Non preoccupatevi. Tra dieci giorni tutti sapranno la verità. Voi andate pure in città a chiedere l’elemosina come se nulla fosse accaduto».

Il devoto seguace Anāthapiṇḍika venne a sapere dell’accaduto e mandò investigatori a cercare la verità. Alla fine, la polizia fu in grado di arrestare i colpevoli. Questi ammisero di avere agito così perché avevano visto che il Sangha del Buddha era troppo famoso, e che molte persone seguivano il Sangha, e per questo avevano paura di perdere il loro potere. Il re Pasenadi, una volta ricevute le prove evidenti del fatto, punì adeguatamente questi accusatori.

Sala di Meditazione, Monastero di Bat Nha in Vietnam

La situazione di Bat Nha è più complicata di quella del Monastero di Jeta, perché nel caso di Bat Nha e Phuoc Hue, i facinorosi sono stati assoldati e i funzionari governativi che li hanno assoldati sono intervenuti insieme a loro, mentre il re Pasedena era una persona con un profondo rispetto verso il Buddha. Anche noi abbiamo avuto degli Anāthapiṇḍika anonimi, che ci hanno aiutato ad esporre la verità, ma al momento non abbiamo un re Pasedena che possa punire chi ha abusato del suo potere commettendo queste slealtà. Eppure siamo ugualmente fortunati, perché nel paese e in tutto il mondo c’è stata la possibilità di conoscere la verità, e l’opinione pubblica è dalla nostra parte e contro quelle persone immorali. Il re Pasedena di oggi è l’opinione pubblica nazionale ed internazionale. Queste persone non possono nascondere le loro azioni e il loro vile comportamento. Hanno assunto dei gangster e li hanno travestiti da seguaci buddhisti, per mettere striscioni sull’altare del Buddha, distruggere, assalire, provocare, con la speranza che noi avremmo reagito con violenza, così da avere un motivo per arrestare e condannare tutti voi. Grazie al vostro comportamento non-violento, i funzionari di governo hanno fallito su tutti i fronti. Che tipo di seguaci buddhisti potrebbero assalire e denigrare monaci e monache, entrare con le scarpe nella Sala del Buddha, appendere striscioni proprio davanti alla statua del Buddha, rivolgersi ai monaci dicendo: «Compagni, perché non andate a vivere vicino a vostra madre, vostro padre, e le vostre mogli?» I monaci hanno lasciato le loro case per essere ordinati, come potrebbero avere mogli! Provo pietà per coloro che sono stati assoldati per questo. Hanno ricevuto  paghe misere, non più di 200,000 dong al giorno, e hanno ricevuto ordini dalla polizia e dal Fronte Nazionale con segnali e fischi.

La verità è che non avrei mai potuto immaginare che i funzionari di un governo usassero questi comportamenti contrari all’etica. Da dove proviene il denaro utilizzato per assumere i facinorosi? Forse dalle tasse pagate dai cittadini? Ed è stato usato per pagarli e per attività così insane? Perché si sono travestiti da praticanti buddhisti per distruggere praticanti buddhisti, travestiti per mentire al popolo e per opprimere il popolo? Dove è l’etica rivoluzionaria? Perché l’etica rivoluzionaria ha raggiunto un tale allarmante livello di fallimento?

Scrivendo queste parole, Thay vede chiaramente il motivo per cui la politica nelle città e dei villaggi culturali non ha avuto successo. Come può una politica essere efficace quando viene messa in atto da funzionari immorali? Se questi funzionari sono corrotti, abusano del loro potere, e se le loro famiglie sono vittime di mali sociali, allora come possono riuscire a guidare e costruire città e villaggi culturali? Se il regime di Ngo Dinh Diem (1963) è caduto a causa della politica di “Radunare gli agricoltori nei borghi controllati”, allora anche l’attuale governo non ha avuto successo con la politica delle “città e villaggi culturali”.

Mi chiedo chi abbia deciso di usare il termine “cultura”, invece del termine “etica”. Un’ideologia che giudica la religione, ritenendo che la religione sia una sorta di droga, e poi non si sente a proprio agio ad usare il termine “etica”. Allora, perché si parla di “etica rivoluzionaria” all’inizio di una rivoluzione? Forse perché l’etica rivoluzionaria è stata corrotta, e così il termine “etica” non può più essere usato. Il termine “cultura” può andare di pari passo con la civiltà. Non comprende il concetto di moralità ed etica. Perché non usiamo “etica”, il termine tradizionale? In passato, i nostri antenati furono capaci di diffondere un sano modo di vita etica, con il contributo dei tre sentieri spirituali, vale a dire Taoismo, Confucianesimo, e Buddhismo. Approfondire la tradizione significa andare contro la nuova ideologia? L’aspetto più bello del Buddhismo è lo spirito di inclusività, non vincolato da dogmi e punti di vista, e che non ha la necessità di eliminare le altre tradizioni. Questo è il significato di “inclusività”, come nelle quattro menti incommensurabili: gentilezza amorevole, compassione, gioia e inclusività. Questo tipo di inclusività (Upeksa) è non discriminante e onnicomprensiva. In passato, il Buddhismo ha aiutato a promuovere l’armonia in tutte le tradizioni spirituali, così che le tre tradizioni di Buddhismo, Taoismo e Confucianesimo poterono coesistere insieme per costruire il paese. Nel 2005, dopo il ritorno di Thay, durante il discorso tenuto presso l’Istituto Nazionale di Studi Politici di Saigon, qualcuno tra il pubblico ha chiesto: «Se prendiamo rifugio nei Tre Gioielli [il Buddha, il Dharma ed il Sangha], possiamo ancora avere diritto ad amare il Partito e la Nazione?» La domanda era semplice, ma rifletteva le preoccupazioni e le esitazioni di quelle persone che desideravano riprendere il cammino spirituale per sviluppare il quale i loro antenati avevano lavorato così duramente, ma che ancora non osavano. Thay rispose con una diversa domanda: «Se prendiamo rifugio e perdiamo la nostra libertà, non potendo poi amare quello che vogliamo amare, allora perché dovremmo prendere rifugio?» Un applauso entusiasta risuonò nella sala. Una volta preso rifugio, saremo in grado di amare il paese e il Partito, meglio ed in modo più appropriato. Nel nostro paese, nella nostra nazione, il Buddhismo ha giocato un ruolo importante promuovendo la felicità che deriva dallo spirito di inclusività. Perché non possiamo ritornare alle radici? Perché questa paura dello spirito di inclusività? Perché non si riesce a vedere che se pensiamo in termini di non-dualità, apertura e inclusione, l’umanità sarà in grado di risparmiare tanti morti, tanto sangue e tante lacrime?

Il monastero di Tu Hieu in Vietnam

Di certo, il poliziotto troverà queste parole che scrivo a voi e le leggerà. Questo è di grande aiuto, dato che Thay confida che in ognuno ci sia la natura di Buddha, cioè il seme della comprensione, della compassione e della gentilezza amorevole. È un grande merito annaffiare questi semi. Molti poliziotti sono stati trasformati da voi. Che succederebbe se queste parole che sto scrivendo trovassero la via per arrivare agli occhi di quelli del Partito Centrale, o quelli del Comitato Centrale per la Politica del Partito (Politburo-Ban Tuyen Giao), ai più alti livelli del Governo? Penso che alzerebbero le sopracciglia; direbbero che si tratta di comportamenti non abili da parte di chi mette in atto questa politica e che sono loro a rovinare tutto. Ma la verità è che permettono alla loro gente di fare cose del genere e li spingono a riportare falsità. Quindi, non possono far ricadere la responsabilità su altri. Gli studiosi e gli umanisti del paese hanno chiesto al governo di condurre un’indagine pubblica per far luce sulla situazione. Le malefatte commesse negli ultimi anni, come corruzione, abuso di potere, inganni e tradimenti, devono essere portate alla luce e deve esservi la giusta punizione, così che il popolo del paese possa tornare ad avere fiducia nel sistema di governo, e così che il governo possa continuare a “governare”.

Nel 2005, durante il primo viaggio di ritorno al mio paese, dopo 39 anni di vita passata oltreoceano, ho praticato con tutto il cuore per ascoltare tutti i diversi gruppi e ho capito abbastanza chiaramente la situazione. Ho detto: «Durante questa visita, ho un solo messaggio da dare: non c’è niente di più prezioso e nobile della fratellanza e della sorellanza». Possiamo dire che il momento di maggior ispirazione del viaggio è stato presso il nostro Tempio Radice di Tu Hieu, il giorno in cui tutti i monaci e le monache sia della Chiesa Buddhista autorizzata dallo Stato sia del Sangha Monastico (Tang Đoàn) non autorizzato dallo Stato si sono riuniti insieme per recitare i precetti, dopo essere stati divisi per oltre dieci anni. Ricordo molto chiaramente che, dopo il discorso di Dharma al Tempio di Tu Dam, io stesso ho comunicato la notizia che sia la Chiesa Buddhista autorizzata dallo Stato che il Sangha Monastico (Tang Đoàn) non autorizzato dallo Stato si sarebbero riuniti nel Tempio radice per recitare insieme i precetti del Pratimokṣa, e tutti hanno espresso grande gioia. I punti che ho proposto in seguito al governo in materia di separazione della politica dalla religione non provengono da me, ma da altri Venerabili monaci della Chiesa Buddhista autorizzata dallo Stato. Io ho ascoltato questi alti prelati, e ho compreso il loro punto di vista e le loro aspirazioni. Loro non potevano parlare apertamente, così ho parlato io per loro, ecco tutto. Se ho incontrato difficoltà perché ho osato parlare, è stato a motivo della fratellanza. Allo stesso modo, ho parlato anche della situazione del Tibet. Noi siamo una nazione che ha sofferto più volte a causa dell’invasione dal Nord. Ora un’altra nazione è in questa stessa situazione, come si può non avere il coraggio di dire qualcosa? Ho parlato per una nazione, esprimendo la verità, sapendo che ciò potrebbe causare difficoltà, però dovevo parlare. Questo significa avere una coscienza. E questa è la fratellanza. Molti venerabili volevano proteggere i miei figli di Bat Nha. Hanno cercato più volte di alzare la voce, proponendo anche di darvi protezione così che tutti voi poteste avere il diritto legale di praticare, ma poiché in realtà la Chiesa Buddhista non ha il vero potere di una Chiesa, queste proposte sono state respinte dalla polizia governativa e dal Comitato per gli Affari Religiosi. Il nostro Paese non conosce ancora una vera libertà religiosa, il governo controlla strettamente la macchina della Chiesa Buddhista, e la Chiesa buddhista è impotente, non è in grado di proteggere i propri figli. Questa verità è sotto gli occhi di tutti. Come può essere nascosta?

La polizia, il governo locale e il Comitato per gli Affari Religiosi, con le loro azioni e i loro documenti, hanno infranto e stanno infrangendo le leggi del paese, la Costituzione e la Legislazione sulle religioni. Pertanto, abbiamo la responsabilità di aiutare la nazione, il Potere Esecutivo e il Potere Legislativo a riconoscere le ingiustizie che stanno causando gravi danni al nostro paese e nei cuori della gente.

Eppure non sono pessimista. Credo che la situazione possa cambiare. E questo perché voi siete lì. I giovani vietnamiti hanno cominciato a vedere la verità e hanno chiare speranze per la loro madrepatria. I giovani vietnamiti, sia che studino nel paese o all’estero, sono in grado di capire che il Vietnam ha bisogno di più democrazia, più diritti per i cittadini e più diritti umani; solo allora il nostro popolo potrà avere l’opportunità di contribuire al nostro paese e portarlo in una direzione più giusta. Nell’epoca in cui viviamo, un paese non può chiudersi al resto del mondo. Deve aprirsi e cooperare con le altre nazioni. Deve obbedire alle leggi internazionali, garantendo il rispetto dei diritti umani. I miei figli di Bat Nha hanno scelto la via della lotta non-violenta, e voi avete investito la vostra fede per farlo. I vostri cuori privi di odio, la fratellanza presente nel vostro cuore ha toccato molte persone profondamente. Al vostro fianco ci sono non solo i buddhisti nel paese e all’estero, ma anche persone di altri ambienti. Non siete soli sul vostro cammino. Anche se il percorso è difficile, è molto bello. Io sono molto felice di vedere che voi siete la mia continuazione. Tra di noi, ci sono alcuni ancora molto giovani, ma i nostri cuori sono sempre gentili e puri. Noi scorriamo come un fiume. Impariamo lungo la Via, e avremo una continuazione nelle generazioni che arriveranno dopo di noi. Seguiamo una Via, una Via molto luminosa scoperta dai nostri antenati.

Ho letto molto attentamente tutte le lettere che mi avete inviato. Sorella Don Nghiem ha scritto: «Bat Nha di ieri è diventato pioggia, e la pioggia caduta ha fatto germogliare il seme della Bodhi, dell’amore e della comprensione». Sorella Ao Nghiem ha scritto: «Sulla Via, ho trovato fratelli e sorelle con la stessa aspirazione. Indipendentemente da ciò che mi potrà accadere, non provo vergogna davanti ai miei antenati e ai miei amici nei cinque continenti».

Il giorno in cui i Venerabili della provincia di Lam Dong sono venuti a recitare i precetti al Tempio di Phuoc Hue, hanno pianto tutti perché erano profondamente commossi per la vostra difficile situazione, e voi tutti avete avuto la possibilità di piangere con loro. Quel momento è stato molto bello. Quella è stata una pioggia di Dharma. La Storia ha documentato quel momento.

Sorella Don Nghiem

Sorella Don Nghiem appartiene alla Famiglia del Loto Bianco, ha appena diciotto anni. La lettera che mi ha inviato era una gatha che esprimeva una profonda intuizione, e lei nemmeno se ne rendeva conto. Per lei, Bat Nha rappresenta mesi e anni di felicità, perché lì, lei era in grado di vivere la sua aspirazione, in fratellanza e sorellanza. Bat Nha è anche un fiume di lacrime, versate nei giorni dell’attacco e della distruzione. Bat Nha è diventato una leggenda, una fiaba, ma Bat Nha non è perduto, è solo diventato pioggia. La pioggia di Bat Nha è caduta a terra e ha fatto germogliare il seme della Bodhi, il seme della comprensione e dell’amore nel cuore di sorella Don Nghiem, nei vostri cuori e nei cuori di molti altri giovani. Questi sono i semi indistruttibili del Diamante. Il fuoco non può bruciarli. Bat Nha saprà rinascere in nuove forme, in quanto il suo seme della Bodhi è presente ovunque. Bisogna essere in grado di vedere Bat Nha nelle sue forme senza segno e nella sua multiformità. Sorella Don Nghiem è stata in grado di vedere, quindi in lei non c’è più sofferenza né preoccupazioni. Il Bat Nha di sorella Don Nghiem sarà eterno. Con questa intuizione, le persone come sorella Don Nghiem non si arrenderanno né rinunceranno mai. E per questo, Thay non è mai pessimista. Thay confida nella gioventù del Vietnam. Thay non ha alcun bisogno di consigliare di fare questo e quello. Proprio in quella situazione e in quella della nazione, voi stessi sapete cosa dovete fare, e sicuramente potrete realizzare la vostra aspirazione. E questo è dovuto alla presenza della Mente di Comprensione e Amore. Pertanto, Thay ha fiducia e fede in voi.

Il 6 dicembre 2009, ho avuto l’opportunità di tenere un discorso da Plum Village via Internet alla Conferenza per il Summit delle Religioni tenutasi a Melbourne, in Australia. Insieme ai leader religiosi che erano presenti alla conferenza ho condiviso la visione Buddhista sull’etica spirituale globale. Ho parlato dei Cinque Addestramenti alla Consapevolezza, appena riveduti, e della Via che l’umanità può seguire per trovare una via d’uscita dalla sua difficile situazione, salvare il nostro pianeta Terra e portare la pace e la felicità nel mondo. La revisione dei Cinque Addestramenti alla Consapevolezza è il frutto di oltre otto mesi di pratica del Sangha. Gli Addestramenti sono la Via iniziata dal Buddha. Sono il contributo Buddhista per l’umanità, che è estremamente necessario in questo periodo di globalizzazione. Noi abbiamo una Via, abbiamo fiducia, abbiamo l’un l’altro sotto forma di Sangha, e quindi non abbiamo più bisogno di preoccuparci. Proprio come il giovane Fratello Pháp Dai ha scritto: «Sappiamo che oltre alla nostra pratica, non abbiamo bisogno di preoccuparci di altro. Facciamo voto di praticare meglio, in modo da non deludere il nostro Maestro e gli Antenati». Sentendovi dire cose come queste, ho fiducia in voi.

Il vostro Thay di Bat Nha (come alcuni di voi mi hanno chiamato!)
Nhất Hạnh

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What is Mindfulness

Thich Nhat Hanh January 15, 2020

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