La traduzione di Thich Nhat Hanh del Discorso sul prendere rifugio in se stessi si basa sulla versione cinese del Taisho Revised Tripitaka, No. 99, Samyukta Agama 639. È tratta da Thich Nhat Hanh, Il canto del cuore, Associazione Essere Pace, Roma 2008.
Viene recitata regolarmente nei centri di pratica di Plum Village in tutto il mondo in occasione delle sessioni quotidiane di meditazione e canto.
Discorso sul prendere rifugio in se stessi
Ho udito queste parole del Buddha una volta che dimorava nel Boschetto dei manghi, all’ombra fresca degli alberi di mango lungo la riva di un fiume, nella terra del Magadha. Gli anziani Shariputra e Maudgalyàyana erano morti da poco. Era il giorno di luna piena, dedicato alla cerimonia dell’Upòsatha e alla recitazione dei precetti.Il Buddha dispose la sua stuoia e sedette rivolto verso la comunità lì riunita. Dopo averla abbracciata con lo sguardo, disse: “Mentre osservo la nostra comunità, sento l’enorme vuoto lasciato dai Venerabili Shariputra e Maudgalyàyana. Nel nostro Sangha questi venerabili erano i monaci più eloquenti nel dare discorsi di Dharma, i più abili a incoraggiare e istruire tutti gli altri monaci, le monache e i laici. Monaci, la gente cerca due tipi di ricchezze: quelle materiali e quelle di Dharma. Nella loro ricerca di ricchezze materiali possono rivolgersi alla gente del mondo. Nella ricerca delle ricchezze di Dharma possono sempre rivolgersi a persone come i Venerabili Shariputra e Maudgalyàyana. Il Tathāgata, invece, è colui che non cerca più nulla, né di materiale né relativo al Dharma. Monaci, non siate tristi o preoccupati per il fatto che Shariputra e Maudgalyàyana sono passati nel nirvana. Nei grandi alberi, ricchi di foglie, frutti sontuosi e fiori, sono sempre i rami più possenti che muoiono o si spezzano per primi. Sulle montagne ornate di gemme, non sono forse i picchi più alti a essere erosi prima di quelli più bassi? Nella comunità di pratica del Tathāgata i Venerabili Shariputra e Maudgalyàyana erano gli studenti migliori. È naturale dunque che questi Venerabili abbiano raggiunto per primi il nirvana. Non date spazio, quindi, a sentimenti di tristezza o angoscia. Tutti i fenomeni che nascono, esistono e sono soggetti all’influenza di altri fenomeni, in altre parole tutti i fenomeni composti, devono rispettare la legge dell’impermanenza e, infine, cessare di esistere. Non possono esistere in eterno, né possono evitare di essere distrutti, un giorno. Tutto ciò che oggi abbiamo caro e a cui più teniamo, in futuro dovremo lasciarlo andare e ne saremo separati. Fra non molto anch’io lascerò questa vita. Perciò vi esorto a praticare l’essere un’isola per voi stessi, sapendo prendere rifugio in voi stessi anziché prendere rifugio in altre persone o cose. Praticate la presa di rifugio nell’isola del Dharma. Sappiate prendere rifugio nel Dharma; non prendete rifugio in nessun’altra isola o persona. Meditate sul corpo nel corpo, alimentando la Retta Comprensione e la presenza mentale al fine di dominare e trasformare gli attaccamenti e le ansie. Osservate gli elementi esterni al corpo negli elementi esterni al corpo, alimentando la Retta Comprensione e la presenza mentale, al fine di dominare e trasformare gli attaccamenti e le preoccupazioni. È questa la via per ritornare all’isola del sé: volgersi a se stessi per prendere rifugio nel Dharma e in nessun’altra isola o cosa”. I monaci, ascoltato l’insegnamento offerto dal Buddha, furono tutti molto felici di metterlo in pratica. Samuykta Agama 639 e Tripitaka Taisho riveduto 99
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