La traduzione di Thich Nhat Hanh del Discorso di Anuradha si basa sul Theranamo Sutta, Samyutta Nikaya 21.10.
È tratta da Thich Nhat Hanh, Il canto del cuore, Associazione Essere Pace, Roma 2008.
Viene recitata regolarmente nei centri di pratica di Plum Village in tutto il mondo in occasione delle sessioni quotidiane di meditazione e canto.
Discorso di Anuradha
Ho udito queste parole del Buddha una volta che il Signore si trovava nella dimora dal tetto spiovente della Grande Foresta, nei pressi della città di Vesali. A quel tempo, il Venerabile Anuradha dimorava in un eremo nella foresta, non lontano dal luogo in cui si trovava il Buddha. Un giorno alcuni asceti andarono a trovare il Venerabile Anuradha e, dopo uno scambio di saluti e cortesie, gli chiesero: “Venerabile Anuradha, il Tathāgata viene spesso lodato come colui che ha raggiunto il sommo frutto del risveglio. Di certo ti avrà spiegato il suo modo di intendere queste quattro frasi: 1. Dopo la morte, il Tathāgata continua a esistere. 2. Dopo la morte, il Tathāgata cessa di esistere. 3. Dopo la morte, il Tathāgata continua a esistere e, al tempo stesso, cessa di esistere. 4. Dopo la morte, il Tathāgata non continua a esistere né cessa di esistere. Per favore, dicci quale di queste frasi è vera”. Il Venerabile Anuradha rispose: “Amici, il Tathāgata,l’Onorato dal mondo, colui che ha realizzato il sommo frutto del risveglio, non ha mai pronunciato queste quattro frasi né le ha mai spiegate”. Udita la risposta del Venerabile Anuradha, gli asceti si dissero: “Può darsi che questo monaco sia stato appena ordinato; oppure, se è stato ordinato da lungo tempo, può darsi che sia un po’ limitato”. Insoddisfatti della sua risposta se ne andarono, convinti che fosse stato ordinato da poco o che fosse uno stolto. Andati via i monaci, il Venerabile Anuradha si chiese: “Se altri asceti dovessero tornare a pormi questo genere di domande, come potrei rispondere in modo veritiero, senza dare un’idea sbagliata dell’insegnamento del Buddha? Come dovrei rispondere per essere in armonia con il retto Dharma, in modo da non essere oggetto di critiche da parte di coloro che seguono la via del Buddha?”. Dunque Anuradha si recò nel luogo in cui dimorava il Buddha, si prosternò e pronunciò parole di saluto, poi gli riferì quanto era successo. Il Buddha gli chiese: “Che ne pensi, Anuradha? Si può trovare il Tathāgata nella forma?” “No, Onorato dal mondo”. “Si può trovare il Tathāgata al di fuori della forma?” “No, Onorato dal mondo”. “Si può trovare il Tathāgata nelle sensazioni, nelle percezioni, nelle formazioni mentali o nella coscienza?” “No, Onorato dal mondo”. “Si può trovare il Tathāgata al di fuori delle sensazioni, delle percezioni, delle formazioni mentali e della coscienza?” “No, Onorato dal mondo”. “Bene, Anuradha, allora tu pensi che il Tathāgata trascenda la forma, le sensazioni, le percezioni, le formazioni mentali e la coscienza?” “No, Onorato dal mondo”. “Anuradha, se non si può trovare il Tathāgata quando è ancora vivo, si può trovare il Tathāgata in queste quattro frasi? 1. Dopo la morte, il Tathāgata continua a esistere. 2. Dopo la morte, il Tathāgata cessa di esistere. 3. Dopo la morte, il Tathāgata continua a esistere e, al tempo stesso, cessa di esistere. 4. Dopo la morte, il Tathāgata non continua a esistere né cessa di esistere. “No, Onorato dal mondo”. “Proprio così, Anuradha. Il Tathāgata ha parlato di una cosa sola e ha dato insegnamenti solo su quella: la sofferenza e la fine della sofferenza”. Samyutta Nikaya 22.86
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